lunedì 17 novembre 2014

La Sardegna celebra il cammino verso l'indipendenza...degli altri!


Premetto che sono da sempre favorevole all'autodeterminazione dei popoli. Tuttavia, in merito alla recente consultazione organizzata in Catalogna il 9 novembre scorso non leggo tutto il grande successo celebrato con tanto entusiasmo in Sardegna. 
I votanti sono stati 2.305.290 (circa il 37,02% degli aventi diritto, ossia circa 6.228.531 di persone) su una popolazione totale di circa 7,571 milioni di abitanti. L'80,7 per cento (circa 1,8 milioni) dei votanti si dichiarano favorevoli a uno Stato catalano indipendente, mentre il 10 per cento (232 mila) vuole lo Stato ma non l’indipendenza dalla Spagna. Infine, il 4,54 per cento (poco più di 104  mila persone) ha risposto no a entrambi i quesiti.
In ogni caso, a prescindere dagli esiti di questa consultazione e da quelli del recente referendum sull'indipendenza della Scozia, continuo a chiedermi: cosa c'entra la Sardegna con la Scozia e la Catalogna? 


Quando "i sardi" si mobilitano!!!

Qualche giorno fa chiedevo dei risultati dell'imponente manifestazione contro le servitu' militari organizzata a Capo Frasca il 13 settembre scorso. Eccoli!

Finalmente in Sardegna sbarca lo SVILUPPO!!
Sarei corso a quella manifestazione! Avrei mollato tutto e mi sarei organizzato per andarci. Meno male che prima di farlo mi sono informato! Era la solita passerella "a sa sarda"! 
Mi dispiace per le numerose persone che, in buona fede, ci hanno creduto e ancora ci credono ma...Basta! Finitela! Smettetela di strumentalizzare i problemi della nostra Isola - tra cui ci siete anche voi e la vostra mentalita' da plebaglia medioevale - per qualche squallido voto in piu' o soddisfare il prurito nei vostri genitali quando strillate dentro a un microfono. Basta!

sabato 25 ottobre 2014

E intanto quella legge resta......

La Sardegna non ha ancora modificato la legge n. 18 del 24 gennaio 1979, che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo”. Quella legge, voluta e conservata con cura dalle lobby dei partiti, fa si che a Bruxelles la nostra Isola sia "ben rappresentata" da camorristi, evasori fiscali o persone non all'altezza del ruolo, elette con metodi da "tronista" alla DeFilippi. 
Ma forse e' vero che ogni Regione ha i rappresentanti che si merita!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/28/soru-al-via-il-processo-per-evasione-fiscale-dopo-il-boom-elettorale/1005006/
Soldi nei paradisi fiscali nell'interesse della Sardegna!










Lustro alla Sardegna in Europa












venerdì 12 settembre 2014

Capo Frasca, l'ennesima presa in giro?

Considerato che sono tutti d'accordo mi domando dov'e' il problema?
In realta' sono cose che sentiamo dagli anni 80 e mi sa che ci stanno nuovamente prendendo per il culo. Accese reazioni, indignazione, manifestazioni, promesse e ancora promesse. Poi...il tempo passa, la gente dimentica. Intanto quelli continuano a sparare e noi ad essere complici di chi si allena sulla nostra Terra a seminare morte e distruzione nel Pianeta. Il tutto sino al prossimo "incidente".
Buttiamola li: entro il 15 settembre 2014 (la data e' troppo vicina? Ce ne diano loro un'altra), data in cui possono riprendere a sparare a Capo Frasca, vogliamo una road map dettagliata e con date certe in relazione alla graduale dismissione e riconversione di tutte le servitu' militari in Sardegna. Il piano dovra' essere accompagnato da un bilancio dei costi e dai tempi certi relativi alla bonifica dei siti.
Ancora tutti d'accordo? 

martedì 3 giugno 2014

DECADENZA

Se dovessi definire con una parola cio' che accade in Europa in questo periodo, useri: DECADENZA.

domenica 25 maggio 2014

Chiusura della "campagna"


E cosi’ che oggi, 25 maggio 2014, si conclude la mia “campagna”. A Bruxelles, davanti al Parlamento Europeo (l’ho preferito al Consiglio).

giovedì 22 maggio 2014

I 4 PUNTI PER PORTARE L'EUROPA IN SARDEGNA

1) EVITARE ACURATAMENTE DI LEGITTIMARE IL SISTEMA CHE CI VIENE IMPOSTO.
Cio' e' possibile unicamente dando un segnale FORTE e DECISO: NON ANDANDO A VOTARE IL 25 DI MAGGIO e, in ogni caso, sino a quando non verrà modificata la legge n. 18 del 24 gennaio 1979, che disciplina le “Elezioni dei rappresentanti dell´Italia per il Parlamento europeo”. Quella legge, voluta e conservata con cura dalle lobby dei partiti, costringe la Sardegna in un collegio unico “delle Isole” con la Sicilia, facendo della nostra Isola la Regione meno rappresentata in Europa. E' una questione di RISPETTO per una Regione che tanto ha dato e ancora tanto ha da dare all'Europa e che non merita di vedersi, di fatto, privare impunemente del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del PE (Carta Europea dei diritti fondamentali dell'UE, art.39) o veder limitata da un sistema becero e mafioso, la propria "libera espressione sulla scelta del corpo legislativo" (CEDU, art.3).
2) ORGANIZZARE IL SITEMA REGIONALE.
L'Europa non e' uno scherzo!  Se e' vero che oltre il 90% della legislazione che applichiamo proviene dall'UE non possiamo continuare a lasciare tutto nelle mani di persone incapaci e senza scrupoli, che mirano unicamente all'interesse loro e delle lobby che le sostengono. LA CRISI SONO LORO!!
Cio' che si discute e decide a Bruxelles DEVE essere discusso e analizzato nel nostro Consiglio regionale e nei nostri consigli comunali, con il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle associazioni, cosi come si fa per la legislazione nazionale e regionale. Dobbiamo dire la nostra su tutto cio' che, direttamente o indirettamente, e' in grado di avere ripercussioni sul nostro benessere e sul futuro nostro e dei nostri figli. BASTA! Smettiamola di prendere per buono tutto cio' che proviene dall'UE!!!  NON E' LA SARDEGNA CHE DEVE ENTRARE IN EUROPA (qualcuno si dimentica che siamo tra i membri fondatori)!  E' L'EUROPA CHE DEVE ENTRARE IN SARDEGNA!!! Per questo, come si fa nella gran parte dei paesi civili, occorre rivedere il nostro sistema di relazioni internazionali e con l'UE, STRUTTURANDO UNA NOSTRA LOBBY A BRUXELLES, tale da assicurare una presenza costante e qualificata laddove vengono trattate, direttamente o indirettamente, questioni legate ai nostri interessi.
3) Una volta modificata la legge e organizzato il nostro sistema: PARTECIPARE 
ATTIVAMENTE ALLE PROSSIME ELEZIONI DEL PE NEL 2019, organizzando una VERA campagna elettorale e ELEZIONI LIBERE E DEMOCRATICHE, invece della pagliacciata da pseudo-dittatura a cui vorrebero farci partecipare quest'anno.
4) Impegnarci a mandare a Strasburgo persone serie e preparate che abbiano a cuore l'Europa e gli interessi della nostra Isola. Cio' significa poter contare su persone CONVINTE DELLA NECESSITA' DI AVVIARE IN EUROPA UN CONCRETO PROCESSO DI RIFORME DEMOCRATICHE, non piu' nella direzione del MERCATO ma della POLITICA, cosa che non avviene da decenni. L'EURO e le politiche economiche europee HANNO FALLITO proprio per questo! Non esiste MONETA, eurozona o economia che funzioni senza la POLITICA, senza la DEMOCRAZIA, senza ISTITUZIONI che rappresentano veramente i cittadini.
Purtroppo un tale processo NON puo' essere avviato SENZA la partecipazione attiva dei popoli europei, sinora tenuti all'oscuro o, peggio ancora, esclusi - come in Sardegna - dal funzionamento del sistema. 
Occorre dunque impegnarci tutti in prima persona per smantellare definitivamente il bel giocattolino che i governi europei si sono costruiti a nostra insaputa. Un giocattolo che consente loro di far passare dalla finestra europea tutto cio che non entrerà mai dalla porta nazionale.
Un primo passo importante lo possiamo fare noi, in Sardegna, NON ANDANDO A VOTARE IL 25 DI MAGGIO PROSSIMO.
Io il 25 saro' a Bruxelles, a manifestare il mio silenzioso disappunto davanti al Consiglio dei ministri dell'UE.
 

mercoledì 21 maggio 2014

EURONEWS PER IL MONDO RURALE


Il mercato biologico dell’Unione europea è in rapida crescita e l’UE sta sviluppando un nuovo quadro ambizioso per la produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici. Per una panoramica completa dell’agricoltura biologica nell’UE date un’occhiata alla Rivista rurale dell’UE n.18.
La semplicità, la complementarità, la cooperazione e la consultazione sono state identificate come fattori chiave di successo per un’efficace attuazione dei programmi di sviluppo rurale (PSR) nel corso del seminario organizzato dalla RESR il 29 gennaio 2014. Il rapporto finale, le principali conclusioni e i video del seminario sono ora disponibili online.
La primavera è nell’aria nell’ultima edizione della Rivista della RESR… Non perdetevi tutti gli aggiornamenti e le ultime notizie dalla rete, leggete gli approfondimenti sulla comunicazione relativa allo sviluppo rurale e il servizio sull’innovativa iniziativa promossa dalla Germania e dal Lussemburgo per creare il primo Gruppo di azione locale transnazionale.
Siete persi nei meandri delle nuove normative e linee guida per il periodo di programmazione 2014-2020? Abbiamo creato una sezione specifica per aiutarvi a trovare la via d’uscita!
 
 


2 giugno 2014: L’evento "Connettere l’Europa rurale. Apprendere dal passato, prepararsi per il futuro", che si svolgerà a Bruxelles, Belgio, sarà per i soggetti interessati della RESR un’ottima opportunità per discutere degli scorsi sei anni di attività di rete legata allo sviluppo rurale e dei risultati raggiunti, nonché per guardare avanti alle prossime sfide previste nel periodo di programmazione 2014-2020.

3 giugno 2014: Incontro del Sottocomitato LEADER e incontro del Comitato di coordinamento, Bruxelles, Belgio.

15-18 giugno 2014: La conferenza europea 2014 sul tema "Regioni diverse: creare comunità e territori resilienti", promossa dall’Associazione studi regionali RSA, prenderà in esame la necessità e la natura dei futuri obblighi della ricerca e affronterà le relative apprensioni e problematiche per i decisori politici e gli operatori del settore.

17-20 giugno 2014: L’evento "Identità, industria e cultura", che si terrà in Spagna, sottolineerà l’importanza dei percorsi culturali nello sviluppo di un nuovo tipo di turismo in Europa, incentrato sul turismo industriale e sull’industria culturale.

26 giugno 2014: La conferenza "Rivitalizzazione rurale", organizzata nel Regno Unito, affronterà le varie problematiche legate al futuro delle città e delle comunità rurali.

1-2 luglio 2014: La conferenza annuale dell’Europa centrale presenterà le future priorità e possibilità di finanziamento per l’Europa centrale, che saranno discusse con i principali decisori politici a livello regionale, nazionale ed europeo.

4-5 luglio 2014: La conferenza polacca "La gioventù nelle aziende agricole a conduzione familiare nelle zone rurali dell’Europa" sarà incentrata sulle questioni economiche e sociali delle popolazioni rurali, con particolare enfasi sulla gioventù rurale.

domenica 18 maggio 2014

Non e' di certo mandando a Strasburgo indagati, cantanti e politici trombati che si risolvono i problemi della Sardegna.

Non e' di certo mandando a Strasburgo indagati, cantanti e politici trombati che si risolvono i problemi della Sardegna. Problemi in parte dovuti anche alla delegittimazione del nostro sistema non solo nei rapporti con il Governo Italiano ma anche con l'Unione Europea.
Poniamo che la Sardegna riesca, per assurdo, a mandare al Parlamento Europeo qualche decina di rappresentanti, tutti sardi, in gamba, giovani, belli e preparati.
Mettiamo anche, sempre lavorando di fantasia, che l'attuale Giunta decida di dotarsi di una squadra di giovani - sempre belli, in gamba e preparatissimi - da inquadrare presso l'ufficio della Regione a Bruxelles.
Stante la situazione attuale sono fermamente convinto che, malgrado le loro doti e la loro buona volonta', non saranno in grado di combinare mai nulla di buono per la nostra Isola e sarebbe come regalare “perle ai porci” o lo zafferano a “su molenti”.
Quei volenterosi e motivati giovani possono anche bombardarci, sia da Bruxelles che da Strasburgo, con elenchi quotidiani di infinite e succulente opportunuita', fonti di sostegno finanziario, programmi di aiuto....Che nulla cambiera' qui da noi.
Perche'?
Semplicemente perche' il sistema regionale non e' assolutamente organizzato per poter utilizzare quelle professionalita', quelle preziose doti politiche, quell'impegno e quell'energia che solo i giovani riescono a dare. 
In questa situazione tutto il loro lavoro verrebbe unicamente utilizzato dalle lobby dei partiti o dal politichetto di turno per farsi bello dinanzi ai suoi elettori.
Questo e' cio' accade oggi in Sardegna e questo e' cio' che continuera' ad accadere se ciascuno di noi non si impegna in prima persona per cambiare le cose.

La prima cosa da fare e': EVITARE ACURATAMENTE DI LEGITTIMARE IL SISTEMA CHE CI VIENE IMPOSTO.
Cio' e' possibile unicamente dando un segnale FORTE e DECISO a quella gente: NON ANDANDO A VOTARE IL 25 DI MAGGIO.
La seconda cosa da fare e' quella di ORGANIZZARCI.
L'Europa non e' uno scherzo!
Se e' vero che oltre il 90% della legislazione che applichiamo proviene dall'UE non possiamo continuare a lasciare tutto nelle mani di quella gente. LA CRISI SONO LORO!!
Dobbiamo comprendere che certe cose che si discutono e decidono a Bruxelles DEVONOessere discusse e analizzate nel nostro Consiglio regionale e nei nostri consigli comunali, con il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle associazioni, cosi come si fa per la legislazione nazionale e regionale. Dobbiamo dire la nostra su tutto cio' che, direttamente o indirettamente, e' in grado di avere ripercussioni sul nostro benessere e sul futuro nostro e dei nostri figli, piantandola di accettare per buono tutto cio' che proviene dall'UE.
NON E' LA SARDEGNA CHE DEVE ENTRARE IN EUROPA (qualcuno si dimentica che siamo tra i membri fondatori dell'UE!)! E' L'EUROPA CHE DEVE ENTRARE IN SARDEGNA!!!
Ovviamente a quella gente queste cose non piacciono! Hanno l'interesse a mantenerci lontano dalla “loro” politica. Loro vogliono il monopolio della conoscenza, a Roma, a Cagliari come a Strasburgo e a Bruxelles. Meno noi ficchiamo il naso in quelle “questioni alquanto complesse” e meglio e'. E' cosi' che possono continuare a farsi i cazzi loro!
Per loro l'Europa e' una manna dal cielo. Nessuno ci capisce nulla (tantomeno loro) e, dunque, hanno gioco facile ad utilizzarla per i loro scopi. Bastano due slogan ben azzeccati e il gioco e' fatto!
Cosi' non funziona.
FERMIAMOLI!!

E' QUESTA L'EUROPA CHE VOGLIAMO?




sabato 3 maggio 2014

Mercoledi' 7 maggio a UNICA RADIO

Mercoledì 7 maggio alle ore 16.00 saro' ospite dei ragazzi e delle ragazze di UNICA RADIO, impegnati nel WORLD RADIO CHALLENGE...Seguiteci, si parlera' di EUROPA.

Renato Soru e il NON voto alle europee

Così Renato Soru a coloro che in Sardegna scelgono di battersi per il non voto: “Ci vuole più Sardegna in Europa. Predicare oggi l’astensionismo è pericoloso, oltre che un’offesa verso chi si è battuto per garantire a tutti noi il diritto di voto. L’Europa è non solo un grande progetto di pace, ma anche la fonte delle risorse per rimettere in moto l’economia, garantire la crescita, incentivare il lavoro, provvedere alla rete infrastrutturale, finanziare l’istruzione e la formazione dei nostri giovani. È importantissimo partecipare attivamente alla fase politica che prepara queste scelte, dunque essere nelle istituzioni europee, a partire da quella che maggiormente rappresenta i cittadini”. Soru e' il classico esempio di “politico” che, grazie ai lodevoli risultati raggiunti durante la sua non breve carriera (la Sardegna e' la Regione piu' inquinata d'Italia e ai primi posti in Europa per disoccupazione, dispersione scolastica, analfabetismo e mortalita' delle imprese), ha difficolta' a trovare degna collocazione anche in considerazione dei suoi importanti impegni come imprenditore che, purtroppo, lo costringono spesso a disertare lo stesso Consiglio regionale. Ma a Strasburgo e' diverso e pare che, ormai, il Parlamento Europeo abbia dei parcheggi riservati unicamente a "politici" italiani con determinate caratteristiche. In merito al diritto di voto, e' ben noto a tutti l'impegno di Soru e del suo partito sulla legge elettorale attuale che discrimina i sardi rispetto a tutti gli altri cittadini europei. Sul resto delle sue argute argomentazioni, stupisce non poco che provengano proprio da chi ambisce a rappresentarci nella massima Assemblea Europea. In merito all'UE come “progetto di pace”, si tratta del solito slogan buono per tutte le stagioni, sfoderato al momento giusto proprio da chi e' a corto di idee e di conoscenze sull'argomento. Cosi' anche per la solita solfa dell'Europa come succosa fonte di quattrini, tipo findomestic, prestitempo o roba del genere..Al riguardo suggerisco ai piu' curiosi di frugare un po' nelle performance di Soru in tema di gestione e spendita delle risorse europee, quando era Presidente della Giunta Regionale.
A Renato Soru faccio comunque i migliori auguri e spero di cuore che lo eleggano....ma in Sicilia!

venerdì 2 maggio 2014

L'Europa non e' un gioco da ragazzi. Guida multimediale al PE

Strasburgo non e' la  burletta che siamo abituati a subire da Viale Trento o da Via Emilia. 
L'elenco multimediale qui allegato, è una guida per comprendere il ruolo e i poteri del Parlamento Europeo e offre una panoramica del lavoro svolto dal PE nel corso degli ultimi cinque anni.
Rendersi conto di cio' che avviene a Strasburgo e' fondamentale per smascherare le cazzate che sparano in Sardegna i candidati alle europee e rafforzare l'idea che, a queste elezioni e stando cosi' le cose, e' importante dare un segnale forte e deciso per non legittimare questa "classe politica", tantomeno in Europa. 
NON ANDANDO A VOTARE IL 25 DI MAGGIO facciamo un gesto di cittadinanza attiva e di impegno politico concreto CONTRO questo modo becero di intendere l'Europa e strumentalizzarla per gli interessi delle vergognose lobby di potere che fanno gia' troppi danni in Sardegna.

Politici trombati, cantanti, veline e disturbati mentali...Siamo ben rappresentati!

DATI ISTAT (2012): la spesa mensile della famiglia italiana media per sole bevande ed alimentari e' di 468.32 euro, cioè 234,16 euro ogni due settimane!!!! Vabbe', questa disturbata non e' che una tra coloro che il PD manda "in Europa"!!!

giovedì 1 maggio 2014

Tempo pessimo per votare

« Siete voi, sì, soltanto voi, i colpevoli, siete voi, sì, che ignominiosamente avete disertato dal concerto nazionale per seguire il cammino contorto della sovversione, della indisciplina, della più perversa e diabolica sfida al potere legittimo dello stato di cui si abbia memoria in tutta la storia delle nazioni. » (Un passo del discorso del presidente della repubblica agli abitanti della città che ha votato in massa scheda bianca)

Arroganza, supponenza, malafede...

Un'elite antidemocratica terrorizzata dal Popolo, che studia con metodo scientifico come allontanarlo il piu' possibile dalla vita pubblica. Per questo utilizza tutti i i potenti strumenti di cui dispone: danaro, media e istituzioni pubbliche ma al loro servizio. "Sono pronti a disintegrare la democrazia se questa si rivela qualcosa di piu' che un paravento retorico" e si dirige, invece, verso la restituzione al Popolo del potere economico e politico.

mercoledì 30 aprile 2014

Il PD apre la campagna elettorale per le europee

 "Se vogliamo un deputato sardo basta semplicemente eleggerlo”.
Stiamo assistendo all'uso della Politica come "arte dell'inganno". In quella frase, lanciata in campagna elettorale qualche giorno fa, sta tutta l'ipocrisia di quella lobby di potere, specializzata nella democrazia "à la carte". Da una parte si impone il candidato e dall'altra si millanta del PD come "unico partito che mette al centro l’Europa"? Ma si vuole veramente andare in Europa con queste premesse?
Proviamo a ricercare dove fosse l'attuale impeto europeista quando il PD era al governo della Regione insieme a Soru. Nella bocciatura delle modifiche alla legge elettorale? Forse nelle centinaia di migliaia di € restituite a Bruxelles, o nelle risorse usate per finanziare progetti senza risultati o che hanno generato solo disperazione? Magari nel carrozzone della Progettazione Integrata? O di quel pozzo senza fondo che e' stato Master&Back, che ha scatenato su tanti giovani tirocinanti sardi, dotati di borse di studio milionarie, l'invidia dei loro colleghi stranieri e persino di qualche dirigente, spesso meno retribuito dei nostri rampolli? Forse nel considerare Quirra come strategica per gli interessi della "Fortezza Europa" e della sua politica di "difesa"? O nel modo in cui si "gestiva" l'ufficio di Bruxelles della Regione Sardegna? Il PD che intende "portare a Bruxelles il contributo delle isole della "frontiera mediterranea"..Come? Con il fallimentare programmino europeo a conduzione familiare denominato ENPI, di cui la Regione si vanta di essere "Autorita' di Gestione"?

Queste sono le premesse e queste sono le esperienze concrete che il PD mette in campo per la "creazione del nuovo Stato europeo"!! 
Se gli date ascolto, in Europa non ci sara' futuro, ne per noi e ne per nessun altro.

In ogni caso: tanti motivi in piu' per non andare a votare il 25 maggio prossimo.

martedì 29 aprile 2014

NON VOTERO' ALLE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO. ECCO LA MIA PROTESTA SOLITARIA E SILENZIOSA

Le elezioni europee del 2014. Ci dicono che questa volta è diverso!
Ci raccontano che le elezioni europee del 25 maggio 2014 daranno agli europei la possibilità di influenzare le politiche future dell'Unione europea, eleggendo i 751 deputati al Parlamento europeo che rappresenteranno i loro interessi per i prossimi cinque anni. 
Sarebbe interessante conoscere dai sardi e dalle sarde come il Parlamento Europeo abbia tutelato sinora i loro interessi, attraverso la breve o del tutto anonima (ma comunque ben retribuita) presenza a Strasburgo di qualche "politico", spedito li da una legge elettorale truffaldina, studiata a tavolino dalle lobby partitiche nazionali e locali per fingere di rappresentare qualcuno.  
Finti euro-parlamentari eletti per cosa? Qualcun@ mi sa citare almeno una - dicesi una - azione che li ha visti protagonisti e che ha avuto in Sardegna un impatto importante per il nostro benessere ed il miglioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro? Non e' che, forse, quelle persone vanno li a rappresentare altri interessi e non di certo quelli del "Popolo Sardo"?

Come e quando si dovrebbe votare?
Ogni Stato membro ha le proprie leggi elettorali e ciascuno stabilisce le date in cui i cittadini andranno alle urne. Il periodo elettorale e' stabilito in quattro giorni tra il 22 e il 25 maggio 2014. Gli elettori italiani voteranno solo il 25 maggio - in tutta fretta e senza stare a perderci troppo tempo - per eleggere 73 deputati. Di questi 73 nemmeno uno espresso democraticamente in Sardegna.


In base a quali criteri?
A seguito dell'adesione della Croazia all'UE nel luglio 2013, i deputati al Parlamento europeo sono diventati 766, ma questo numero sarà ridotto a 751 nelle elezioni del 2014 e rimarrà tale in futuro. Questi deputati rappresenteranno oltre 500 milioni di cittadini di 28 Stati membri. I seggi sono ripartiti tra i vari Stati dai trattati dell'UE secondo il principio di "proporzionalità decrescente", in base al quale i paesi con una maggiore consistenza demografica dispongono di più seggi rispetto ai paesi meno popolosi, ma questi ultimi hanno più seggi di quanti sarebbero previsti applicando strettamente il principio di proporzionalità.
Cio' vale per tutti tranne che per la Sardegna, che e' e rimane la Regione meno rappresentata in Europa. Paesi membri dell'UE ma con una popolazione di gran lunga inferiore alla nostra sono degnamente rappresentati: Malta (416 mila abitanti), Lussemburgo (524 mila abitanti) e Cipro (900 mila abitanti) eleggono ciascuno 6 europarlamentari.

Perché queste elezioni dovrebbero essere diverse?
“In un momento in cui l'Unione cerca di superare la crisi economica e i leader europei riflettono su quale direzione prendere in futuro, queste sono, a oggi, le elezioni europee più importanti.” Diciamo pure che se la prendono comoda! Mezza Europa e' nella cacca e loro ancora li a "riflettere" sulla direzione da prendere!
Frugando tra le “novita'” introdotte dal Trattato di Lisbona, pare che gli europei abbiano in mano un nuovo grande potere! Ce lo illustra lo stesso PE in queste righe:
Una delle principali novità introdotte dal trattato consiste nel fatto che, quando gli Stati Membridell'UE nomineranno il candidato a presidente della Commissione europea, che succederà a José Manuel Barroso nell'autunno 2014, per la prima volta dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni europee. Il nuovo Parlamento dovrà poi, riprendendo le parole del trattato, "eleggere" il presidente della Commissione. Ciò significa che gli elettori avranno voce in capitolo su chi subentrerà alla guida dell'esecutivo dell'UE.” .Traducendo per chi non ci vede chiaro: un Presidente DESIGNATO dai governi degli stati membri (tra coloro che appartengono al partito europeo che ha vinto le elezioni, anche se finora sono stati pochissimi i casi in cui i vari partiti europei hanno indicato durante la campagna elettorale chi era il loro candidato per la presidenza della Commissione) con margini piuttosto significativi di discrezionalita' e con un livello di trasparenza piuttosto basso per non dire inesistente. 
La designazione fatta dai governi viene poi sottoposta al voto del Parlamento europeo, che ELEGGE o RESPINGE (cosa mai accaduta) il Presidente della Commissione.
Chiediamoci dove sia la grande novita' e, soprattutto: perche' il Presidente della Commissione Europea non viene eletto direttamente dai cittadini?

Cosa fa il Parlamento eletto dagli altri?
La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni del 2014 “contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che spaziano dal mercato unico alle libertà civili. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all'elaborazione di quasi tutte le leggi dell'UE in parità con i governi nazionali”.
Significa che per altri 5 anni la nostra Isola sara' tagliata fuori dai processi decisionali che contano per il futuro nostro e dei nostri figli.
Se, grazie alla loro beneficienza e carita' di buon cuore,le lobby partitiche nazionali ci regaleranno uno straccio di euro-parlamentare, questo andra' a Strasburgo non di certo a tutelare gli interessi nostri e della nostra Terra ma quelli di chi l'ha mandato a Strasburgo.


Per questo il 25 maggio non votero'. Il 25 maggio, alle 12 in punto saro' a Bruxelles, davanti al Consiglio dei ministri dell'Unione Europea, a incrociare le braccia, manifestando in modo solitario, silenzioso e anonimo, tutto il mio disappunto.

sabato 12 aprile 2014

Che sia solo un caso?

Ecco un mio post del febbraio del 2009...Da allora nulla e' cambiato e, chissa' perche', tutti si svegliano il giorno prima delle elezioni...Che sia un caso?

mercoledì 9 aprile 2014

GRANDE PD!

Europee, sfuma ipotesi collegio unico. Voto segreto alla Camera beffa l'Isola

Uscire dall'€, ma come?

SARDEGNA E ELEZIONI EUROPEE: BOTTA E RISPOSTA CON IL PARLAMENTO EUROPEO

Come sapete, a proposito delle elezioni europee in Sardegna ho mandato una letterina a Renzi e, per conoscenza, a Shulz, Presidente del PE. Ovviamente, da Renzi nessuna risposta! In Italia (e in Sardegna) e' prassi normale per lo Stato NON rispondere ai cittadini. Cio' NON avviene invece nei paesi civili e, infatti, benche' non richiesta mi e' giunta una mail dal Parlamento Europeo che vi riporto qui di seguito, insieme alla mia risposta:

A(2014)02964
MP/jc
Egregio Signore,
Il Presidente del Parlamento europeo ha ricevuto il Suo messaggio elettronico del 14 marzo 2014 riguardo alla situazione della Sardegna in vista delle elezioni europee. L'on. Martin Schulz ha incaricato la nostra Unità Richieste di informazioni dei cittadini di risponderLe.
Vorremmo ringraziarLa per la Sua attenzione al lavoro dell'Unione europea e delle sue Istituzioni, e informarLa che abbiamo preso conoscenza delle Sue osservazioni.
Il Parlamento europeo è un'istituzione politica e legislativa dell'Unione europea che agisce in conformità con i poteri assegnatigli dai trattati europei, e non è abilitato ad intervenire per risolvere situazioni che entrano nella sfera di competenza delle autorità nazionali degli Stati membri.
Infatti l'elezione del Parlamento europeo si svolge ancora, in larga misura, in base alle leggi e alle tradizioni nazionali, ciascuno Stato membro può costituire circoscrizioni elettorali per le elezioni al Parlamento europeo o prevedere altre suddivisioni elettorali con modalità diverse. Il sito del Parlamento europeo comporta la sezione "Elezioni 2014", nella quale potrà trovare una scheda per ciascuno degli Stati membri dell'Unione europea con le relative informazioni sulla legge elettorale, includendo una scheda per l´Italia.
Inoltre, è disponibile sul sito del PE un briefing riguardo all'affluenza alle urne nelle elezioni, nel quale vengono paragonati i dati relativi alle elezioni del PE e del Congresso degli Stati Uniti, nonché i risultati relativi alle elezioni nazionali e alle elezioni europee nei singoli Stati membri.
RingraziandoLa per l'interesse nei confronti del Parlamento europeo, ci è gradito porgerLe i nostri più distinti saluti.
Unità Richieste di informazioni dei cittadini

Ed ecco la mia risposta: 

Gentili Signore/i,
vi ringrazio per la cortese risposta e vi prego di ringraziare al riguardo il Presidente Schulz al quale, per conoscenza, ho inviato la nota da me indirizzata al Presidente Matteo Renzi.
So bene che l'Istituzione che il Sig. Schulz rappresenta non interviene per risolvere situazioni di competenza delle autorità nazionali. Mi preme tuttavia evidenziareche:
-  Il problema da me sottoposto alla vostra conoscenza
è comunque materia trattata dalla Carta Europea dei diritti fondamentali dell'UE, in particolare all'art.39, che vorrebbe garantire a tutti i cittadini e cittadine europee il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del PE.
Inoltre,"la libera espressione dell’opinione del popolo sulla scelta del corpo legislativo" fa parte dei principi sanciti dalla CEDU (art.3).
Disposizioni e principi democratici di fatto inapplicati in Sardegna riguardo alle elezioni europee
.
- Quanto accade in Sardegna in merito alla legge elettorale italiana che governa la materia, e' suscettibile di gravi ripercussioni dal punto di vista dell'affluenza dei cittadini alle urne. Nell'Isola si sta infatti consolidando un movimento di opinione - di cui anche io stesso faccio parte - che, stante la situazione che vi ho illustrato, non si recherà a votare il
maggio prossimo.
Considerati anche i dati che voi stessi ponete a disposizione, da cui emerge un preoccupante livello di astensionismo, mi preme umilmente constatare che la massima Assemblea europea sottovaluta quanto da me espresso nella lettera al Sig. Renzi.
Per questi motivi, da cittadino europeo, non ho potuto fare a meno di rendervi partecipi, anche se solo per conoscenza, della grave situazione relativa alla mia Isola che, evidentemente, non può che contribuire ad aggravare la perdita sia di credibilita' dell'UE che dell'interesse verso la prossima tornata elettorale.
Nel ringraziarvi ancora porgo cordiali saluti.
Sergio Diana
 
 




Ma i tedeschi che c'azzeccano?

Non ho potuto fare a meno di fotografarlo, condividerlo e commentarlo. Un enorme - e costoso - cartello pubblicitario affisso a Cagliari a cura dell'Italia dei Valori in vista delle elezioni europee. Al riguardo porgo all'IdV alcune domande: 
- L'Italia non ha forse i propri rappresentanti del Governo presso il Consiglio dei Ministri dell'UE?
- L'Italia non ha dei propri rappresentanti eletti democraticamente (tranne in Sardegna) al Parlamento Europeo?
- L'Italia non ha i rappresentanti delle proprie regioni presso il Comitato delle Regioni?
- L'Italia non ha i rappresentanti delle proprie parti sociali presso il Comitato Economico e Sociale?
- l'Italia non partecipa forse alla formazione del Diritto dell'UE? Questo non si applica forse anche  in Italia? I Regolamenti europei non sono per caso anche leggi italiane?
-La Corte di Giustizia e il Tribunale di prima Istanza non tutelano anche l'Italia dalle violazioni al Diritto europeo?
- Tra i commissari europei ed alla Presidenza della Commissione europea non ci sono stati, e ci sono, anche degli italiani?
- I concorsi per la carriera nelle istituzioni europee non sono forse aperti anche agli italiani?
- L'Italia non conntribuisce anch'essa al bilancio dell'UE?
Se avete risposto si a tutte le domande allora vi chiedo:
  • Dov'era l'Italia quando la Germania, anche con soldi nostri, si finanziava la “riunificazione” e oggi, sempre con i nostri soldi, si e' circondata da un bel mercatino tutto suo, costituito dai paesi dell'Europa centro-orientale che hanno aderito con euntusiasmo alla Grande Europa?
  • L'Italia dov'era quando si giocava la partita  della “zona euromediterranea di libero scambio”?
  • Nel periodo della costruzione e dell'avvento dell'Euro come moneta unica, il Presidente della Commissione europea non era forse il nostro Romano Prodi? Dov'era quel Signore quando la Germania si faceva una moneta su misura per lei ma valida in quasi tutta l'UE?
  • Dov'era l'Italia quando alcuni paesi si chiamavano fuori dall'Euro e da alcune importanti politiche europee?
  • Dov'era l'Italia quando, in spregio a referendum votati da vari paesi europei, si approvava il Trattato di Lisbona, già spacciato impunemente per "Costituzione"?
  • Dov'è l'Italia, ogni santo giorno, quando si discutono argomenti fondamentali per la nostra vita di tutti i giorni?
Signore e signori dell'IdV: oltre a fomentare intolleranza verso il popolo di un Paese Partner, l'idea di Europa che trasmettete con il vostro triste messaggio e' quanto di piu' sbagliato e pericoloso si possa concepire, soprattutto in un momento difficile come questo.
Dietro al vostro messaggio si cela quell'idea di Europa alla "volemose bene" che, da troppo tempo ormai, ispira quell' italietta da strapazzo che voi tentate di rappresentare. Quell'italietta trombona, convinta che tutto cio' che proviene da Bruxelles sia oro colato e deciso per il nostro bene. L'italietta solo pizza e mandolino, dove chi osava alzare la manina per manifestare critiche, disappunto o un'opinione diversa su cio' che avveniva a Bruxelles, veniva, e viene, immediatamente marchiato come “antieuropeo”. Come se da noi chi si oppone alle scelte del Governo sia “antiitaliano”!
Forse, prima di lanciare certi messaggi e' bene capire la storia del difficile cammino verso l'integrazione europea, ancora in corso malgrado voi.
I tedeschi, come gli inglesi e la gran parte dei paesi che fanno parte di questa UE, non fanno altro che i loro interessi. E' come un gioco. Se vuoi giocare, accetti le regole e puoi vincere o perdere. L'Italia ha scelto di non giocare.
Ogni giorno, a Bruxelles e nelle nostre capitali, gli europei combattono dietro le scrivanie dure battaglie per portare a casa dei risultati ciascuno a vantaggio del proprio Paese. Si tratta del risultato piu' importante e sorprendente raggiunto dall'UE: tra gli europei non piu' guerre e sangue nei campi di battaglia ma lotte quotidiane "all'ultimo soldo" dietro le scrivanie, in borsa, nelle aule di Strasburgo e nelle sale riunioni delle istituzioni europee.
Vi accorgete che nell'Area Mediterranea (quello che poteva essere un nostro importante mercato) contano piu' gli inglesi di noi? Andate a dare uno sguardo nell'organigramma dei servizi della Commissione Europea che si occupano di ambiti strategici per qualunque Paese civile....Quanti italiani ci sono?
Intanto continuiamo a mandare a Strasburgo cantanti, attrici e veline...Oppure il politico trombato di turno. Intanto disertiamo regolarmente le riunioni importanti o ci mandiamo persone incompetenti, senza alcuna conoscenza delle lingue e delle culture altrui, giunti a Bruxelles solo a forza di calci in culo....Roba da vergognarsi! In materia di fondi europei ci arrabatiamo come possiamo per applicare schemi programmatici fatti da altri e buoni per gli altri...Salvo poi lamentarci che quei soldi vengono usati poco, male e tornano indietro a finanziare i progetti di altri. I tedeschi, e gli altri, hanno le idee chiare: se contribuisco all'UE con 100...mi deve rientrare almeno 150! Noi invece paghiamo, paghiamo, paghiamo....
Cosa c'entrano i tedeschi con tutto questo?
Fate la cosa giusta: togliete quell'ignobile cartello e fatevi restituire i soldi da chi segue la vostra comunicazione.

sabato 5 aprile 2014

Cosi' si uccidono le aziende e si suicidano gli imprenditori.

Nei paesi civili ogni impresa e' un tesoro. Ogni -vero- imprenditore, dal piu' piccolo sino al piu' grande, viene seguito, sostenuto e coccolato perche' ha un ruolo fondamentale nella societa'. Da' lavoro, sviluppa l'indotto intorno a se, crea valore aggiunto nel luogo dove lavora e sostiene il sistema pagando le tasse. Con quelle tasse paga anche i servizi che gli vengono resi puntualmente. Quando, ancora giovane, creai la mia prima impresa a Bruxelles, il Presidente della Camera di Commercio ci invito' da lui per un cocktail di benvenuto, nel corso del quale ci presento' il suo staff e ci illustro' i servizi di cui potevamo beneficiare.
Quando ho creato la mia azienda qui, gli unici contatti che ho avuto con la Camera di Commercio sono stati:
- una telefonata fatta da me a loro per lamentare il grave ritardo nell'iscrizione della mia azienda alla Camera di Commercio. Ritardo che ci impediva di presentare al Comune la domanda di avvio dell'impresa mentre pagavamo gia' affitto di locali, tasse, etc... Solo dopo essere stato obbligato, mio malgrado, a sfoderare il mio titolo di Avvocato e a seguito della minaccia di fargli causa ricevetti, dopo qualche ora, la conferma dell'iscrizione!
- una raccomandata A/R dove ci INTIMAVANO in modo minaccioso di pagare una somma di danaro che, a seguito di verifica fatta dal nostro commercialista, risulto' non dovuta.
Per non parlare dei rapporti con altri soggetti con cui, purtroppo, dobbiamo avere a che fare quasi quotidianamente. Enti che dovrebbero erogare servizi e fornire assistenza puntuale e qualificata e che, al contrario, sono incapaci di gestire una busta dell'immondezza ma sembra che ti facciano una favore a stare li, dietro ad uno sportello, ad ascoltare dei rompicoglioni.
Il sistema regionale perde ogni giorno centinaia di posti lavoro.
Noi, piccole aziendine invisibili e maltrattate, ogni giorno creiamo posti di lavoro, favoriamo l'indotto intorno a noi e cerchiamo di migliorare cio' che ci sta intorno. Ciononostante subiamo quotidianamente le angherie di chi, invece, dovrebbe sostenerci e agevolare il nostro lavoro.
Ormai e' abitudine comune e diffusa quella di NON rispondere alle richieste (anche via PEC o raccomandata a/r) ed alle sollecitazioni dei cittadini e degli imprenditori. Nei paesi civili qualsiasi pubblica amministrazione, a qualunque livello, NON si permetterebbe' mai e poi mai di NON rispondere' ad una richiesta fatta dai cittadini, per quanto assurda essa sia. E questo sia che ci si rivolga al Re, al Presidente della Repubblica o al funzionario del Comune piu' piccolo.
Per il resto paghiamo TARES, IMU, TARSU, ICI, PICI, PUCI, IRAP, INPS, INAIL etc..
Sappiamo bene che paghiamo, paghiamo e paghiamo senza avere un minimo di servizio in cambio.
Siamo consapevoli di essere solo polli da spennare.
Siamo ben consapevoli che i nostri sudati quattrini vanno a sostenere stipendi, costi inutili e alimentare clientelismo e spreco di danaro pubblico.
Siamo anche consapevoli che qui da noi, per avviare un'azienda occorre evitare acuratamente qualunque relazione di debito con le banche e, tantomeno, ricorrere al sostegno degli enti pubblici; a meno che, anziche' IMPRENDITORE, tu non sia un PREDATORE...Allora stai pur certo che hai tutte le porte spalancate.
Sappiamo bene che per avere un servizio nei tempi e nei modi giusti bisogna "conoscere qualcuno".
Se non ce la fai con i tuoi mezzi e non sei abbastanza forte per reggere tutto cio'....E' meglio lasciar perdere.

lunedì 31 marzo 2014

"Pacchetto" di infrazioni contro l'Italia

Il pacchetto mensile di decisioni relative alle infrazioni comprende i procedimenti legali portati avanti dalla Commissione europea nei confronti degli Stati membri che non hanno rispettato gli obblighi derivanti dal diritto dell'Unione. Queste decisioni, che coprono molti settori, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell’UE a beneficio dei cittadini e delle imprese. La Commissione ha adottato oggi 139 decisioni, di cui 11 pareri motivati e 3 deferimenti alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Per l'Italia 1 deferimento in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario e 2 pareri motivati, uno in materia ambientale e uno sul diritto d'autore.
 
Diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario: la Commissione deferisce alla Corte di giustizia l'Italia per il mancato rispetto della normativa dell'UE
La Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia pe ril mancato recepimento della normativa UE in materia di diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario. Infatti il regolamento europeo (n. 1371/2007 ) relativo ai diritti dei passeggeri, stabilisce diversi obblighi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, che dovevano applicarli entro il 3 dicembre 2009.
L’Italia non ha ancora istituito un organismo ufficiale e autorizzato a vigilare sulla corretta applicazione del regolamento sul suo territorio, né ha stabilito norme volte a sanzionare le violazioni della legislazione pertinente. Senza queste due azioni necessarie, i passeggeri che viaggiano in treno in Italia o verso altri paesi dell’UE non possono far rispettare i loro diritti in caso di problemi.
Il regolamento europeo tutela i passeggeri, attraverso l'applicazione di una serie di diritti di base, come la parità di accesso al trasporto e la protezione da discriminazioni; il diritto all'assistenza senza costi aggiuntivi per i disabili; il diritto al rimborso in caso di soppressione o ritardi ed a ottenere un risarcimento in caso di decesso o lesioni sia alle persone che al bagaglio trasportato.

Il comunicato della commissione europea
Diritti d’autore: la Commissione esorta l'Italia a rispettare la normativa dell'UE
La Commissione europea ha invitato l'Italia a rispettare la normativa dell'UE sulla protezione del diritto d'autore per i disegni e i modelli in base alla direttiva 98/71 in materia di protezione giuridica dei disegni e dei modelli. L'obiettivo della disposizione è concedere una protezione complessiva al detentore di un diritto su un disegno. La legge italiana esclude per 13 anni dalla protezione dalle leggi sul diritto d'autore, i disegni e i modelli precedenti alla direttiva europea. Esiste però una sentenza della Corte di giustizia dell'UE che definisce contrario al diritto UE un periodo transitorio di 10 anni.
La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato, che è la seconda fase di un procedimento d’infrazione. Se le autorità italiane non daranno seguito soddisfacente alla richiesta entro due mesi, la Commissione potrà adire al riguardo la Corte di giustizia dell'UE.

Ambiente: la Commissione chiede all'Italia di migliorare la normativa nazionale sulle valutazioni d'impatto ambientale
La Commissione europea ha chiesto all'Italia di provvedere ad allineare la normativa nazionale alle norme dell'UE sulle valutazioni d'impatto ambientale (VIA), necessarie per informare la popolazione sull'incidenza dei progetti sull'ambiente. Le obiezioni della Commissione riguardano la definizione di "progetto" nella legislazione italiana, le disposizioni relative alla partecipazione del pubblico alle VIA e l'ampiezza di determinate categorie di progetti.
Una lettera di costituzione in mora è stata inviata nell'aprile 2009, seguita da una lettera di costituzione in mora complementare nel febbraio 2012. Se da un lato diverse osservazioni hanno trovato soluzione, resta irrisolta la maggior parte delle contestazioni della Commissione, in quanto i testi preparatori presentati finora dall'Italia sono insufficienti a porre termine alla violazione o sono ancora nella fase di stesura. La Commissione invia pertanto un parere motivato. Se l'Italia non si attiverà entro due mesi il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia dell'UE.

Cos'è una procedura d'infrazione
Ciascuno Stato membro è responsabile dell'applicazione del diritto dell'Unione nel suo ordinamento interno. I Trattati assegnano alla Commissione europea il compito di assicurare la corretta applicazione del diritto dell'Unione. Di conseguenza, se uno Stato membro manca ai suoi obblighi, la Commissione europea ha il potere, previsto all'articolo 258 del TFUE, di ingiungere allo Stato membro di porre fine all'infrazione e, se questo non accade, di adire la Corte di giustizia (ricorso per inadempimento).
Prima di presentare un ricorso per inadempimento, la Commissione europea avvia un "procedimento d'infrazione", ossia un procedimento precontenzioso con il quale si tenta di indurre lo Stato membro a mettersi volontariamente in regola con il diritto dell'Unione. La prima tappa di questa fase è costituita dalla messa in mora: la Commissione invita lo Stato membro a comunicarle, entro un termine prefissato, le sue osservazioni sul problema di applicazione del diritto dell'Unione riscontrato. La seconda tappa è costituita dal parere motivato, nel quale la Commissione esprime il suo punto di vista sull'infrazione e crea i presupposti per un eventuale ricorso per inadempimento, chiedendo allo Stato membro di porre fine all'infrazione entro un dato termine. Qualora tale termine non sia rispettato, la presentazione di un ricorso alla Corte di giustizia apre la fase contenziosa.